martedì 4 gennaio 2011

Lo strano caso della Donna Cucina (espresso.repubblica.it)

C’è da dire che il buonumore abbonda, dopo aver buttato gli occhi su Tvblog.
Felicità spaziale, per dire, dà la notizia che Nando Colelli del “Grande fratello 11″ andrà a vivere con la sua Margherita, perché lei insomma è pazza di lui; e ancora più entusiasmo dona la scoperta che quest’anno, nel santuario pagano di “Amici”, verrà tolta l’impunità al primo in classifica, con conseguenze drastiche che sperimenteremo sulla nostra pelle.

 
E proprio per questo, per questa voglia di positività che irradia i primi giorni dell’anno, per questo slancio ingenuo che pompa a mille, m’infilo in un’operazione ad alto rischio, ossia l’elogio della fantastica Lorella Cuccarini: la donna cucina, l’esule ritrovata, la telestella di questa telestalla.
Madame Cuccarini, oggi padrona di “Domenica in”, non è una signora qualunque. Al di là dell’invidiabile capacità riproduttiva, e della tenuta stagna della sua psiche, messa a dura prova da anni di allontanamento coatto, ha un elemento cardine che la innalza sul resto del feminino digitale.
La sua magia sta nell’essere antica, infatti, reperto storico, soave sfinge di un immaginario sepolto.
Anima prona al professionismo e la dedizione, Lorella Cuccarini assicura alla televisione italiana una continuità che rievoca il migliore Baudo, esempio di un servizio pubblico che per decenni abbiamo rigettato, malamente, in vista di mai arrivate rivoluzioni creative, e che oggi accettiamo esanimi.
Ridateci il vecchio, la muffa, il signore e signori, possibilmente il bianco e nero, lo stereotipo del Carosello, la Canzonissima e i suoi infiniti derivati, mentre scanaliamo terminali.
Anche un “Love boat” potrebbe bastare, in attesa che da qualche parte spunti un’idea, un progetto che giustifichi il proliferare dei nostri telecomandi.
Consolateci mentre il mezzo generalista muore, diventando per noi Antennati materia di studio, cimitero di ricordi inutili.
E soprattutto, giù le mani da zia Lorella, che nel suo bunker domenicale intrattiene senza offenderci, esempio raro nella sgallettopoli nazionale.

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